💡 Come crea valore il Private Equity?
In un mercato legale in continua evoluzione, comprendere i meccanismi finanziari delle operazioni non è più un'opzione, ma una competenza distintiva per ogni avvocato d'affari.
La prossima edizione del Master in Finanza per Avvocati partirà a SETTEMBRE e sarà destinata ad avvocati specializzati in ambito Corporate, M&A e Private Equity: se desideri approfondire questi temi in modo mirato, ti propongo un confronto professionale di 30 minuti per valutare insieme le tue esigenze formative e capire se il nostro percorso può supportare il tuo sviluppo professionale.
Uno degli aspetti centrali nel lavoro di un fondo di Private Equity è la costruzione del valore nel tempo: acquistare oggi una società a certe condizioni e rivenderla tra qualche anno a un prezzo più elevato, giustificato da una trasformazione reale e misurabile.
Ma come si crea valore in un’operazione di Private Equity? E soprattutto: da cosa dipende il prezzo che il fondo riuscirà a incassare in fase di Exit?
Tutto parte da una formula semplice, che ogni professionista coinvolto in operazioni straordinarie dovrebbe conoscere:
Questa equazione rappresenta la base per determinare il prezzo di vendita della partecipazione, ed evidenzia le tre principali leve su cui può agire un fondo per aumentare il valore dell’investimento: crescita dell’EBITDA, espansione del multiplo e riduzione del debito.
Vediamole una per una.
1️⃣ Deleveraging: ridurre il debito per aumentare il valore dell’equity
Il deleveraging consiste nell’utilizzare i flussi di cassa generati dalla target per rimborsare il debito, riducendo l’indebitamento a bilancio. A parità di Enterprise Value, ogni euro di debito in meno equivale a un euro in più di Equity Value.
Ma non è solo questione di numeri: una società che genera cassa e riesce a rimborsare il debito è più appetibile per il mercato. Inoltre, l’ingresso di un fondo può migliorare le condizioni di finanziamento attraverso rinegoziazioni bancarie e ottimizzazione della struttura del debito.
2️⃣ Crescita dell’EBITDA: la leva industriale
L’aumento dell’EBITDA è il driver più “visibile” e intuitivo. Spesso è il risultato di un approccio industriale alla gestione della target, che può includere:
Top line expansion: aumento di volumi o prezzi
Cost cutting: riduzione dei costi operativi
Efficienza operativa: razionalizzazione dei processi (es. asset stripping)
Acquisizioni add-on: crescita per linee esterne tramite buy & build
3️⃣ Arbitraggio sul multiplo: vendere meglio di come si è comprato
Infine, un fondo può generare valore vendendo la target a un multiplo più alto rispetto a quello pagato in ingresso.
Questa espansione può derivare da:
Condizioni macroeconomiche favorevoli (ciclo M&A, mercati liquidi)
Capacità negoziale del fondo o advisor
Valore strategico della target, che può attrarre acquirenti disposti a pagare un premio per la sua capacità di generare cassa o per il posizionamento competitivo raggiunto
Conclusione
Capire come un fondo crea valore non è un esercizio teorico, ma ha impatti diretti su come si strutturano e negoziano i contratti.
Se so che il fondo punta su un’espansione del multiplo in uscita, so anche che vorrà proteggere la governance e il posizionamento competitivo della target fino all’exit. Se invece il focus è sull’EBITDA, mi aspetto target finanziari, clausole di earn-out, o meccanismi premiali per il management. Se punta al deleveraging, i covenant sul debito e i Free Cash Flow diventano gli aspetti più sensibili.
In altre parole: conoscere le leve di creazione del valore aiuta a interpretare le richieste della controparte, anticipare criticità e negoziare clausole coerenti con la logica dell’operazione. È questo che rende un avvocato M&A più efficace: non l’aderenza allo standard, ma la capacità di leggere i numeri e tradurli in tutela contrattuale.
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